Claudio Barresi, la parabola dell’allenatore…

Claudio Barresi, la parabola dell’allenatore…

12/17/2015 Off Di dilorenzo

Claudio porta la sua testimonianza di un percorso, esemplare per chi vuole avvicinarsi a questo mondo. Amico vero, da allievo a maestro, ha  collaborato con Vivi Basket lasciando una impronta importante. È grande testimone del modello della pallacanestro integrata, sul campo e come formatore di punta del CNA.

La mia storia con Vivibasket inizia …. negli anni 80!!

Infatti proprio in quegli anni è iniziato il mio rapporto cestistico con Roberto di Lorenzo.

Settembre 1982, il pomeriggio alle 14,00 partivo da casa, prendevo un autobus, poi la metropolitana ed infine un tratto a piedi fino alla palestra dell’Istituto Tecnico Righi e Fuorigrotta, accanto al Mario Argento, per andare a guardare gli allenamenti delle squadre giovanili del Napoli Basket dove Roberto era già il vice allenatore della serie A, 

Erano gli anni della grande presidenza dell’ing. De Piano.

Proprio in quei mesi partecipai al mio primo corso allenatore (l’allora Tecnico Regionale) con il grande “Maestro” (di nome e di fatto) Gianni Del Franco

Altre volte mi recavo alla leggendaria palestra dei Cavalli di Bronzo a Piazza Municipio, dove Roberto spesso allenava e giocava con la squadra juniores.

Dopo alcuni anni di esperienze prima alla gloriosa Partenope e poi a Portici, eccomi accolto proprio da Roberto al Napoli Basket, gli anni delle sponsorizzazioni Alfasprint (86-87), Wüber (87-88) e infine Paini (88-90)

In quegli anni il mio rapporto con Roberto si è arricchito di grandi esperienze formative, ricordo ancora i suoi allenamenti individuali sul tiro con il giovane Massimo Sbaragli sui tabelloni messi di lato vicino ad una curva del “Mario Argento” o i suoi rimbrotti mentre guidavo gli allenamenti della squadra cadetti per i miei tanti errori didattici.

Ma il mio rapporto di allievo che attinge dal maestro, in quegli anni ebbe un salto di qualità quando Roberto fu chiamato al prestigioso ruolo di allenatore delle squadre nazionali giovanili. Ricordo i tanti allenamenti dei raduni che ho seguito in giro per l’Italia, dal primo a Livorno ad uno degli ultimi a Pozzuoli, passando attraverso le esperienze delle qualificazioni europee cadetti in Slovenia quando io e Pino Sacripanti, giovani allenatori, eravamo aggregati come osservatori alla nazionale. Oppure le tante occasioni in cui ho seguito le nazionali in cui Roberto allenava come le qualificazioni juniores a Sheffield in Inghilterra in cui tenevo per Roberto ed il mitico Mario Blasone le statistiche o agli europei di Cuenca in Spagna quando l’Italia vinse un’insperato bronzo o, soprattutto, sotto il podio di Salonicco nel 91 quando Roberto con la Sua nazionale cadetti vinse l’oro in una memorabile finale contro la Grecia.

Erano i primi anni in cui il concetto di pallacanestro integrata si faceva strada nelle mie conoscenze e nelle mie convinzioni, mutuato proprio dagli insegnamenti di Roberto.

Dopo quegli anni, ancora un’esperienza tecnica con Roberto, alla Partenope dove lui era uno dei dirigenti di riferimento, una stagione assai stimolante con la giovanissima squadra dell’epoca.

Poi, dopo diversi anni di varie esperienze da me trascorse in varie società della regione, ecco il ritorno alla Alma Mater, prima con due stagioni alla Partenope collegata da un rapporto solido di collaborazione con il Vivibasket e poi al Vivibasket stesso, dove rimango, anche attraverso la “formula Megaride”, per tre stagioni.

Sono state senza nessun dubbio tre stagioni intense, vive, impegnative, emozionanti, passionali, nelle quali ho creato e coltivato relazioni umane di concreto spessore.

Come non ricordare la disponibilità di Alessandro Stendardo o la dedizione e la passione di Francesco Cavaliere, Alessandro Rossi, Mario Conte, Aldo Russo, Iacopo Ielasi, tutti ragazzi incredibilmente motivati e spinti da una grande passione ma al tempo stesso concreti e “veri” nei rapporti umani.

Sono anni estremamente importanti per me, oltre che per il mio impegno tecnico come allenatore anche e soprattutto per la mia formazione e per il mio impegno nella formazione.

Anni nei quali dopo aver assolto il ruolo di RTT, mi dedico di nuovo con passione ed entusiasmo ad allenare squadre giovanili. Provando sempre più a mettere in pratica “il modello di pallacanestro integrata” che avevo conosciuto negli anni trascorsi.

In questo, il mio personale rapporto, prima con Nando Del Prete e poi con Tonia Bonacci mi ha indubbiamente plasmato, soprattutto quello con Tonia con cui ho condiviso anche molte esperienze di formazione come vari Corsi allenatori o clinic PAO tenuti da entrambi come relatori.

Sono stati anche gli anni in cui mi sono progressivamente e pienamente calato dentro lo stile di “Pallacanestro dei Vantaggi”, grazie alla formazione ricevuta da Andrea Capobianco a seguito della quale sono divenuto Formatore Nazionale ed Istruttore ai corsi nazionali del CNA.

Non c’è alcun dubbio quindi che la mia esperienza con il Vivibasket e con tutto ciò che è stato anche embrionalmente Vivibasket sia stato fondamentale nei miei 35 anni di basket allenato!!

Con Roberto ho condiviso le mie piccole e grandi gioie ed ho accettato le sue critiche ed i suoi preziosi consigli. 

Roberto possiede il raro dono della franchezza e dell’onesta intellettuale, capace di riconoscere le altrui competenze o i propri errori, ma mai disposto a prostituire i propri valori, impersonando in pieno il modello di pallacanestro che Vivibasket rappresenta!!!!

Proprio per questo Vivibasket rimane e rimarrà sempre un “progetto di vita” , un sentiero che attraversa le emozioni per condurti per mano verso la consapevolezza del ruolo di “insegnante” di basket.

Ho imparato molto dalla formazione qui ricevuta e forse, chissà anche da quella offerta ai miei giovani collaboratori.

Allenare oggi i ragazzi giovani è un impegno forse ancor più duro, ma parimenti pieno di grandissime soddisfazioni. Devi saper dedicare la tua reale disponibilità, non solo ad insegnare questo o quel movimento tecnico, ma donare la disponibilità ad ascoltare le esigenze, le emozioni, prendersi cura delle aspettative, delle delusioni, con la responsabilità di chi sa di dover “essere”, ogni singolo giorno, un modello, che sa coltivare gli altrui sogni, regalando però consapevolezza e realismo.

Voglio infine citare alcune parole, estrapolate dal mio discorso di saluto agli allievi alla fine di un corso per allenatori tenuto questa estate:

“Ognuno di voi ha la possibilità di svolgere il mestiere più bello, emozionante ed affascinante della Terra. 

Ognuno di voi ha la possibilità di trasmettere la propria passione ai propri giocatori. 

Ne passeranno tanti sotto i vostri occhi, e non importa quanti di loro diventeranno giocatori di alto livello, perché saranno persone più mature … grazie a voi!! 

A volte, trascorreranno più tempo in palestra che a casa, condivideranno più emozioni con voi che con le loro famiglie. 

Abbiate cura dei loro sogni …. Ma non vendete loro sogni. 

Se riuscirete in questo ….. allora ognuno di voi sarà ……. Allenatore.”

Claudio Barresi