Una poesia di basket suggerita da Cesare Covino
01/21/2014DENNIS TRUDELL
( Nato a Buffalo, New York, nel 1938, vivente )
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PLAYGROUND O IL PIVOT
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Il modo in cui il pallone
restò sospeso
contro l’azzurro o il rosso
una sera della settimana scorsa
dall’altra parte della città
nel cortile da gioco dove
ero andato per risparmiare
a mia moglie
l’umore che mi ero ingoiato
e vidi nel crepuscolo
uno sconosciuto
che tirava a canestro
qualche anno più vecchio
forse trentacinque
e appesantito un poco
con la pancetta
lo vidi là che tirava
e mi unii a lui non
domandai né niente
semplicemente
mi feci avanti
raccolsi un rimbalzo
e lo rilanciai su
mentre lui
sorrideva io salutai col capo
per una decina di minuti
noi facemmo a turno
a tirar palloni e il fatto
è che nessuno dei due
disse una parola
e questo tipo che è
troppo pesante adesso
e lento per giocare
in qualunque squadra
aveva tuttavia il tocco d’una volta
quasi mai sbagliava
continuava a spostarsi più lontano
e alla fine la sua maglietta
una macchia grigia e indistinta
io stavo sotto il cerchio
mi pareva quasi di sentire
un applauso di studenti
scrosciare
e riempire una palestra
mentre gradinate
di legno tremavano
ne fece tre in fila da sei metri
arretrò due passi
sbucò con una finta
da una zona buia
fece un altro gancio e
il modo in cui il pallone
restò sospeso
contro l’azzurro o il viola
poi d’improvviso riempì la rete
mi fece salutare con la mano
respirare profondamente e cominciare
a fischiettare
mentre rincasavo a piedi.