Maestri, lezioni, illusioni

Maestri, lezioni, illusioni

04/15/2018 0 Di dilorenzo

Nell’ultimo mese ho avuto spesso occasione di scambiare opinioni con alcuni dei miei maestri. Mi rendo conto che con il passare del tempo sono più vicino a loro che ai giovani d’oggi e ne sono fiero!

Ripenso a ciò che mi hanno trasmesso, in tempi completamente diversi, ma poco cambia, il saper essere fa la differenza.

Nessuno sconto per i più giovani, tutti devono fare gavetta, meritarsi le occasioni in campo. Di base i giovani sono tali, devono mostrare di saperci stare. Penso a Maurizio Ragazzi, Max Sbaragli, Paolo Pepe, Mimmo Morena, Giovanni Dalla Libera, ma anche ai tanti che non hanno raggiunto quei livelli, pur giocando per tanti anni ad ottimi livelli, Peppe Liguori, Antonino Di Gennaro, Alfio Romito, ad altri che comunque si sono realizzati alla grande nella vita, pur avendo sofferto per le opportunità negate, Pietro D’Orazio, Gianni Verde. Potrei nominare tanti che si sono allenati stagioni intere senza mai entrare, sempre con lo stesso entusiasmo, per poi essere oggi ottimi professionisti nel mondo del lavoro.

A nessuno di loro è stato regalato niente, o peggio sventolate illusioni con fantomatiche apparizioni, il Tau mi rimproverava sempre quando spingevo per fare entrare i ragazzi.

Erano tempi in cui c’era più spazio per gli italiani, con solo due stranieri, ma tanta più coscienza dei limiti e dell’importanza di crescere gradualmente senza coltivare false illusioni.

La più grande differenza? I dirigenti e gli allenatori, ad ogni livello, uomini straordinari che operavano per far crescere i giovani, giocatori ed allenatori. La presenza silenziosa, all’interno del proprio ruolo, delle famiglie, l’importante era che i loro figli crescessero in modo sano, molti di loro li ho a malapena conosciuti.

Ma oggi, per qualcuno, chiedere responsabilità e rispetto degli impegni, pur rinunciando a qualche occasione fugace, vuole dire “essere vecchio”.

I sogni sono importanti ma poi conta ciò ognuno fa quotidianamente per superare i propri limiti e migliorare in campo e fuori, come persona.