#MandiViviBasket: Cimminella, il Nano testardo

#MandiViviBasket: Cimminella, il Nano testardo

05/27/2017 0 Di Francesca Amendola

Gigi è con noi da tre anni, gioia e dolore per tutti noi, quest’anno straordinario nel suo impegno ed arrivare da solo da Casalnuovo a Soccavo, bravo a superare il difficile momento dell’infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi due mesi.

C’è stato un momento durante l’anno in cui hai capito che sareste potuti arrivare fino alle finali nazionali?
Per la verità io la stagione me la sono vissuta sempre partita per partita. Ci ho cominciato a pensare davvero quando abbiamo vinto a Latina, e lì sì che un po’ di consapevolezza in più l’ho sentita.
Te lo aspettavi?
Sì perché era l’obiettivo che ci poniamo ogni anno, e piano piano ci avvicinavamo sempre di più. Quest’anno ci siamo compattati di più, con una squadra diventata più solida costruita negli anni.
Cosa insegna una sconfitta?
Quest’anno abbiamo subito solo quella di Empoli e ci ha aiutato molto, perché fin lì non avevamo mai perso. Ci è servita perché il momento di difficoltà poteva capitare in un secondo momento e magari non avremmo saputo come reagire. Da ogni sconfitta riesco sempre ad apprendere qualcosa che porta a migliorare me e a migliorare la squadra, serve a capire gli errori individuali e di squadra per poterli superare nella prossima partita.
Qual è un tuo difetto che vorresti eliminare?
Sono molto testardo e tendo ad agire di testa mia e non ascolto molto i consigli di chi mi sta accanto.
Se la tua squadra diventasse protagonista di un film, che titolo sceglieresti?
Di sicuro per come è andata la stagione direi un titolo tipo “Il lavoro ripaga“, perché è l’aver lavorato sodo che ci ha portati fin qui.
Tu giochi da 13 anni: cosa ti ha insegnato il basket per lo sport e per la vita?
Che il basket fa vivere molte emozioni sia positive che negative, e mi ha insegnato a stare coi compagni, a riuscire ad ambientarsi in un gruppo e a rispettare le regole, mi ha insegnato cose che servono anche al di fuori del campo.
Cos’è che vi ha fatto allenare anche nei giorni di festa?
Beh certo come tutti i ragazzi non è bello quando è festa, però ci ha spinto la voglia di non mollare, di conquistare obiettivi prestabiliti, e perché è inutile perdersi in un giorno e buttar via il lavoro di anni.
A Udine si va per…?
Si punta a superare il girone, poi vediamo come va, sempre dando il massimo. Il nostro obiettivo stabilito era arrivarci, poi vediamo come viene, sempre dando il nostro meglio, al massimo possibile e senza avere rimpianti.

Intervista di Francesca Amendola